Stefano Papi, CEO: “Così è nata Silog Sistemi Logici”

Stefano Papi, CEO: “Così è nata Silog Sistemi Logici”

Il sogno di cinque giovani senesi, un’idea per rispondere alla domanda “cosa facciamo da grandi”? Il CEO di SILOG Sistemi Logici, Stefano Papi, presenta l’azienda raccontando il primi 40 anni della sua storia, dalla nascita all’attualità. Un viaggio che attraversa importanti momenti dell’evoluzione tecnologica d’Italia e che racconta la realtà di un’azienda fortemente legata al suo territorio, ma che guarda oltre, toccando con mano il progresso legato al mondo del web, delle tecnologie e dei sistemi informatici ad oggi indispensabili.

Come nasce Silog Sistemi Logici?

“Correva l’anno 1981, ormai 41 anni fa. Eravamo cinque ragazzi senesi che tentavano di rispondere alla domanda ‘cosa facciamo da grandi?’ Il fratello di uno di noi lavorava nel mondo dell’informatica di allora, per la precisione a Pisa, in una branca dell’Università che si chiamava Cnuce – Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico. I soli computer in circolazione, al tempo, erano destinati a questi ambiti qui. Si parlava di un centro di ricerca, forse tra i primi in assoluto in Italia. Questo fratello lavorava lì e Mario – uno dei soci – per simpatia, si era addentrato in questo ambito dell’elaborazione dati. Alla fine andò un anno a lavorare con i computer, in Arabia Saudita, in un campo industriale nella ricerca petrolifera, come programmatore. Quando tornò, la voglia di rispondere a quella famosa domanda sul futuro, era cresciuta. Decidemmo di occuparci di computer senza saperne praticamente niente, se non qualcosa dalle esperienze di Mario. Cominciammo a muoverci in questo mondo del ‘computerese’. Il primo approccio fu nei prodotti ausiliari, ad esempio i nastri a bobina. Cercavamo di capirci qualche cosa”.

Dove si trovava la prima sede?

“La prima sede della SILOG era in un appartamento in via Doccia, a Siena. Lì provavamo a vendere prodotti ausiliari e compivamo i primi approcci verso un computer inteso come macchina”.

Quando avvenne la svolta?

“Il passo decisivo si verificò con l’incontro del mondo IBM. Sempre per passaparola arrivammo a questo primo approccio. Il fratello di un altro socio lavorava all’IBM a Roma e a quel tempo l’azienda non aveva canali di vendita indiretta, ma solo i suoi funzionali commerciali: esistevano dei prezzi che erano intrattabili. I nostri primi passi con il mondo IBM, iniziarono quando l’azienda cominciò a fare esprimenti di vendita indiretta. Nell’etica del business di allora, gli sconti non esistevano: per giustificarli, venivano fatti dei contratti con sconti quantità. Cominciammo a vendere le periferiche: stampanti, terminali video e altro, marginando qualche punto percentuale. Questo fu il primo passo verso la commercializzazione di prodotti IT veri e propri. Da quel momento, l’evoluzione della SILOG è strettamente legata al mondo IBM. L’azienda iniziò a fare macchine che avevano come obiettivo la piccola e media impresa e noi, nell’ottica di questi contratti sconto quantità che per noi significavano impegni importanti, cominciammo ad avvicinarci al mondo della vendita indiretta. Poi, IBM inventò il Persona Computer, il primo antenato del PC attuale. Da lì è nata l’industria del computer. IBM, poi, costituì una vera e propria rete di concessionari di cui noi facevamo parte. Da lì, per noi, è nata l’attuale realtà aziendale”.

Quali furono gli obiettivi raggiunti?

“L’incontro con Monte dei Paschi di Siena segnò sicuramente un momento di svolta, poiché iniziammo con le prime vendite di quantità. La nostra prima vendita di PC IBM alla banca, fu di 1200 computer. Dopo quella vendita, IBM ci invitò a Las Vegas. Poi gli vendemmo anche i primi servizi, ad esempio l’installazione: tutte cose che si vedevano molto di rado nell’ambiente. La vendita dei computer era al centro dell’attività, ma è chiaro che si portava dietro altri servizi di manutenzione e installazione che gli erano funzionali. Oggi, i numeri legati a servizi di software, manutenzione e assistenza sono addirittura più importanti rispetto alla vendita. Un altro momento importante, fu quando sempre Monte dei Paschi decise di fornire ogni dipendente di un pc portatile. La vendita fu di 12mila macchine. Dovevamo capire però come fornire assistenza: ci inventammo un modo per riparare e manutenere questi pc tramite “valigette”. In caso di guasto, ingaggiavamo il corriere per sostituire o riparare. Avevamo comprato circa 300 pc in più per avere ricambio e tenere vivo questo parco macchine. Siamo stati il quarto concessionario IBM in Italia”.

Come è cambiata poi l’azienda?

“Quando la “rincorsa” alle vendite diventò insostenibile per una realtà come Siena, pian piano è cambiata la missione dell’azienda. L’attenzione si è spostata alle attività collaterali: sviluppo software e sevizi sistemisti, ad esempio, rispetto alla vendita pura e semplice. Nel frattempo la società è cresciuta. Da via Doccia ci siamo spostati a Belverde, poi di nuovo in città. Per un periodo abbiamo avuto un negozio in via Sallustio Bandini con il magazzino in via di Vallerozzi, in pieno centro storico. Da lì, ci siamo trasferiti in Strada Massetana Romana, dove è adesso la sede attuale. La commercializzazione è stata sostituita con i servizi ed è cresciuto il numero di addetti: ad ora sono circa una cinquantina. Il servizio di vendita continua, ma nel campo del ricondizionato”.