Massimo Giusti, Head of Software Development: “Come nasce un’applicazione”

Massimo Giusti, Head of Software Development: “Come nasce un’applicazione”

Massimo Giusti lavora in Silog da 22 anni. Profondo conoscitore dell’azienda, il suo lavoro è incentrato sull’architettura delle applicazioni: dalla scelta degli strumenti, fino alla loro progettazione, Massimo ci racconta come nascono questi software ormai utili in ogni ambito del mondo del lavoro. Grazie alla sua esperienza e ai tanti anni trascorsi nell’ampio universo dell’informatica, il racconto si arricchisce di un interessante spaccato sull’evoluzione tecnologica delle aziende e degli ambienti lavorativi che, tutt’oggi, proseguono nel loro percorso di innovazione.

In cosa consiste il tuo lavoro?

Mi occupo dello studio dell’architettura delle applicazioni, che è diverso dal suo sviluppo. Ci dotiamo di strumenti opportuni e costruiamo questo oggetto. Per far capire meglio, immaginiamo che si debba costruire un palazzo: c’è l’architetto, il geometra e poi chi fa i lavori. Il mio lavoro è quello dell’architetto. Scelgo gli strumenti da utilizzare, faccio delle prove. E poi faccio anche il programmatore.

Sulla base di cosa vengono scelti gli strumenti?

La scelta viene fatta tra un numero molto alto di strumenti disponibili. Se dovessi scegliere la tegola per un tetto, sceglierei sicuramente quella più efficiente, con un costo competitivo. In una condizione ottimale, scegliamo lo strumento che lavora meglio e che si avvicina maggiormente a quelli con cui siamo abituati a lavorare. Scegliamo anche in base alle indicazioni del cliente, ovviamente. I clienti più grandi, di solito, impongono i loro strumenti, mentre quelli più piccoli lasciano un margine di scelta più ampio. Una delle parti fondamentale è la base dati, ovvero quel “luogo” in cui vanno i dati quando si preme il tasto “salva”.

Come è cambiata l’informatizzazione delle aziende?

Quando ho iniziato a fare questo lavoro, nell’87, le aziende si stavano informatizzando. Si utilizzavano strumenti con le schede magnetiche, i PC erano senza video e tutto era analogico, esistevano registri da aggiornare manualmente per ogni cosa. Si stavano affacciando i primi sistemi di automatizzazione. Nell’arco di qualche anno, siamo passati ad automatizzare la produzione. Da lì poi i primi pc: costavano sui 12 milioni, poco meno di un’automobile. Negli anni ‘90 è arrivato Windows. Da lì ho iniziato a lavorare sui linguaggi di programmazione. La mia carriera ha avuto la svolta automatizzando il disegno degli elementi su Autocad attraverso un programma di guida ascritto da me.

Qual è la richiesta del mercato?

C’è tantissima richiesta: oggi il mondo gira con questo. In Silog sono nati alcuni programmi molto importanti per aziende che operano su territorio nazionale e oltre, sistemi che sono entrati nel quotidiano di molte persone e che hanno facilitato processi che prima erano molto macchinosi.